creato: 05 07 2019; modificato: 22 10 2023

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Gods in the Word: Archetypes in the Consonants

Un idea che potrebbe andare a completare e approcciare con metodo rigorosamente scientifico l’ipotesi di Sapir–Whorf.

L’idea di fondo è molto interessante e vi sono diversi collegamenti con Qabalah ebraica, Sanskrito e mantra tibetani. Chi si sia mai interessato di insegnamenti esoterici sa che “il verbo” è preso in alta considerazione e accuratamente studiato. Risulta una vera e propria chiave indispensabile per comprendere e manifestare la filosofia internamente e interamente. La pronuncia, il suono prodotto e la sua intrinseca vibrazione veicolano informazioni su più piani, udibili, come per la musica, da chiunque affina le proprie percezioni al fine di cogliere sfumature nuove continuamente e sempre presenti nel suo vivere quotidiano.

Il lavoro riprodotto nel libro è meticoloso ma purtroppo un vero mattone (non so se sia dovuto principalmente dal fatto che ho letto la versione digitale). Tantissime informazioni che più che ne leggere e memorizzare bisognerebbe intuire. Come lettura veloce per farsi un idea non è male, ma si discosta dalle aspettative che mi ero fatto leggendo il retro di copertina. Avrei preferito maggior parte discorsiva o per lo meno, completamente separata da risultati, tabelle, liste ed elenchi puntati.

Trovare periodi e frasi brevi alternati da elenchi e tabelle ha fatto si che la lettura fosse più piatta e lontana dal toccare il cuore del lettore. Peccato, in quanto in quelle frasi in cui l’autrice si è esposta di più, tralasciando i dati ottenuti dai suoi studi, riusciva a trasmettere quello stupore, che potremmo definire quasi un sapore mistico, che si ha nel descrivere questo strumento magnifico che definiamo linguaggio.

Dal Libro

Ogni parola ha un aspetto di significato che è più profondo di tutti i suoi sensi, ed è fondamentalmente da questo che tutti i sensi dipendono.

La natura essenziale di un simbolo è che esso è prima di tutto se stesso, e solo in secondo luogo è la sua funzione.

Con la parola come meccanismo della creazione, tutto ciò che non esisteva ancora è stato nominato e tutto è apparso.

I fonemi pronunciati nella parte posteriore della bocca sono generalmente ricettivi. I fonemi labiali invece sono raramente ricettivi e spesso rivolti verso l’esterno.

Ipotesi 1 di Socrate: Ogni fonema ha un significato che passa a ogni parola che lo contiene.

In verità il linguaggio non risiede nell’uomo, ma l’uomo sta in piedi nella lingua e parla. Noi vaghiamo per la terra, come gli strumenti di questi essere particolari chiamati suoni.

Le consonanti non sono solamente fisiche ma sono vive, evolvono e influenzano. Trascuriamo qualcosa di essenziale se neghiamo che possono alzarsi e camminare. Questo non significa che la loro l’esistenza sia indipendente dalla psiche umana, ma d’altronde tutto è interdipendente.

Siamo, per così dire, accecati dalla forma che non vediamo il contenuto. Il riferimento fa questo prendendo un possibile contesto per una parola molto seriamente, congelando uno specifico contesto della parola all’interno della parola stessa. Rende statico ciò che era fluido grazie limitandone il contesto sostenendo che si tratta di una cosa diversa in un caso o nell’altro.

Se abbiamo ragione sull’utilità di tracciare la distinzione tra semantica intrinseca e referenziale, allora la bocca può essere vista come un sistema la cui fisica determina in parte il significato delle parole. Immaginate che ogni fonema abbia proprietà fisiche intrinseche.

Quando un’idea viene ripetuta abbastanza spesso, diventa di dominio pubblico. Quando diventa davvero convincente, poi inizia a sprofondare sempre più in profondità nei recessi inconsci della lingua. I significati sonori di cui stiamo discutendo e anche le metafore sono esempi di questo linguaggio subconscio -come uno sfondo di ipotesi invisibili che noi tutti condividiamo parlando. La storia del pensiero umano giace sepolta nei significati dei fonemi e in altri aspetti inconsapevoli di lingua.

Emerson dice che la corruzione dell’uomo è seguita dalla corruzione di lingua.

Il mistico deve prima di tutto essere un ottimo scienziato, perché la scienza è il punto di partenza e il prerequisito di tutti gli sforzi superiori. È la disciplina di affermare in modo veritiero e non giudicante ciò che è stato osservato - niente più e niente meno.

I sistemi di pensiero mistico e scientifico si conciliano nella consapevolezza che la mente dà origine alla materia, e non il contrario. L’universo materiale è un pensiero.

Il linguaggio, come si è scoperto, non è morto, ma un essere vivente sui cui la nostre stessa salute dipende. Il fatto che ogni consonante sia un archetipo è significativo non per quello per cui può essere usato, ma perché quando si incontra D-o faccia a faccia, non si può che rendersi conto che è cosciente, presente e vivo. Osserva con occhio vigile il bambino che vaga nella sua sfera tollerandolo fin tanto che le sue intenzioni sono pure. Non c’è dubbio che questa forza, anche se paziente, registra silenziosamente ogni pensiero, e riporrà la sua decisione alla fine. Potremmo anche trattare con gli dei in questo momento, faccia a faccia, piuttosto che essere costretti a mangiare i nostri rifiuti in un futuro prossimo. C’è l’ecologia linguistica, così come sicuramente c’è l’ecologia planetaria.

Tutto ciò che conta è l’atto di parlare in sé, il modo in cui la mia relazione con lui si svela e rivela. Balliamo con la lingua e il nostro racconto è solo all’inizio. Tutto dipende dal riconoscerlo.

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