Il testo cerca di argomentare la tesi che la coscienza, trascende una concezione algoritmica. Deve essere qualcosa di più. Penrose guida il lettore passo a passo tra le basi fisiche e matematiche per riuscire a far luce su quello che è il suo pensiero, affrontato nell’ultimo capitolo del libro.
Inizia la discussione con un’introduzione all’ IA (Intelligenza Artificiale), passando in rassegna la storia e la filosofia che vi stanno dietro. Da tenere presente essere un testo “vecchio” per l’ argomento. Vengono citati diversi pensatori indipendentemente dal loro punto di vista, con estremo par condicio. Un esempio è il libro Gödel, Escher, Bach: un eterna ghirlanda brillante di Douglas Hofstadter. Una lettura molto bella ed interessante che consiglio a tutti (impegnativa).
Seguono capitoli davvero ben scritti su tutta la teoria della computazione ([Universal] Turing Machine, Problemi di Deducibilità, Tesi Alonzo Church, Teoria della complessità, Algoritmi P NP ecc..), su concetti matematici (Teorema di Gödel, platonismo, intuizionismo e formalismo), sulle teorie definite SUPERBE, la fisica, la cosmologia e la freccia del tempo, cervelli reali e modelli di cervello.
Ho apprezzato molto la caratteristica di Penrose di descrivere con estrema chiarezza i diversi punti di vista su di un argomento, esponendo la sua opinione senza però insistere troppo a proprio favore, lasciando che sia il lettore a fronte di tutte le informazioni esposte a farsi una propria idea.
Penrose è incline ad una matematica platonica assoluta, esterna ed eterna non fondata su criteri umani. I concetti matematici hanno una propria esistenza atemporale, non dipendente dalla società umana né da particolari oggetti fisici.
Ci domanda infatti, “Secondo voi, l’insieme di Mendelbrot esisteva o no prima che fu scoperto?”
Ho ritenuto particolarmente interessanti sopratutto i capitoli discorsivi. Avendo basi scientifiche nella mia formazione, i chiarimenti sulle basi fisiche e matematiche, sono risultati leggermente pesanti nonostante l’ esposizione semplice e chiara.
Ritengo però che sia sempre meglio ricevere più informazioni che ne meno, sarà poi il singolo lettore a saltare o leggere velocemente le parti note. Un testo consigliato a tutti i neofiti e non.
A mio modo di vedere.. (Principio antropico) la natura dell’universo in cui ci troviamo è fortemente vincolata dalla richiesta che esseri intelligenti come noi stessi debbano essere realmente presenti per osservarlo.
Tutta l’informazione esiste da sempre.
A volte i bambini vedono cose con chiarezza che si confondono e si oscurano nella vita adulta.