Fonte Inglese: Work of the Chariot
Alcuni Cabalisti credono che la tradizione mistica semitica sia andata molto oltre i confini geografici della valle del Tigri e dell’Eufrate. Evidenze archeologiche hanno dimostrato che rotte commerciali tra la zona del Tigri-Eufrate e la valle dell’Indo sono state percorse e attraversate fino a 10,000 anni prima di Cristo. Quando gli Indiani Buddisti andarono in Cina, furono messi al corrente dai loro governanti, di alcuni vecchi testi Cinesi che descrivevano grandi viaggi, con lunghe rotte, partire dal sud della Cina fino ad arrivare alla valle dell’Indo (a quel tempo, il fiume Saraswati confluiva ancora fino al mare), alla penisola del Sinai, fino ad arrivare alla costa occidentale dell’ Africa ed oltre. Nei tempi antichi, i commercianti erano il primo mezzo di trasmissione di informazioni, incluse quindi anche quelle di carattere mistico, tra le diverse culture. È molto probabile che queste informazioni abbiamo attraversato queste rotte mercantili, da e verso la valle dell’Indo alla penisola del Sinai. La certezza storica non ha ancora raggiunto periodi tanto remoti, ma sempre più dati stanno venendo alla luce e confermano che i viaggi intrapresi dalle antiche culture Cinesi, Mediterranee e Indonesiani risalgono a molto prima delle scoperte, relativamente recenti, fatte dagli Europei Occidentali.
Nella sezione Lech Lecha della Torah B’reshith (“B’reshith” è il nome dato al libro della Genesi, in quanto parola con cui comincia), sono elencate diverse generazioni di figli di Abramo e Keturà, oltre ad alcune delle sue concubine. Abramo “diede loro doni” diramando i figli delle proprie concubine “verso il levante, nella regione orientale”. Un’interpretazione di questo passaggio potrebbe associare a questa regione orientale un area geografica corrispondente alla Siria o alla Giordania. Un’altra teoria, postula che questi figli di Abramo siano emigrati verso l’India attraverso le tratte mercantili via mare o terra ferma, dove stabilirono le religioni monoteistiche di Shiva/Shakti molto prima delle invasioni Ariane provenienti dalle steppe Persiane. La tratta marittima potrebbe essere partita dal Golfo di Aqaba, passando per il Mar Rosso, attraverso il Golfo di Aden lungo la costa dello Yemen e dell’Oman, per poi dal mare Arabo arrivare fino ai fiumi e la valle del continente Indiano. In India, questa religione è chiamata Tantra, a cui spesso in Occidente si fa riferimento come “Il Tantrismo”. Quando il popolo Ariano invase il Nord dell’India nel quattordicesimo secolo avanti Cristo, trovò persone di pelle scura che abitavano le colline sopra la valle dell’Indo, con secolari tradizioni e rituali legati a Shiva/Shakti.
La tradizione tantrica è una delle tradizioni mistiche meno conosciute e maggiormente male interpretate. I libri del Tantra (chiamati Tantra Shastra) come Mahanirvana Tantra e Satchakracidrupini, sono diversi dalla letteratura Vedica del Sanatana Dharma. Molti dei nomi principali del Divino nei testi tantrici, quali Shiva e Kali, si trovano anche nella Torah ebraica. La rappresentazione delle Sefiroth (lett. Sfere) nell’ albero della vita (etz ha-chayyim) e la rappresentazione dei Chakras (lett. Ruote) hanno molto in comune con la tradizione tantrica. La Kundalini di cui si parla nei testi tantrici e la Shekhinah che appare nella Cabala, pare abbiano le stesse funzioni. La Kundalini è descritta come un serpente arrotolato, avvolto a spirale, che dorme in corrispondenza del primo Chakra, alla base della sequenza. Nella pagine 12 dell’ introduzione del Tantra Shastra, Sir John Woodroffe dice:
“Kundalini significa ‘avvolto a spirale’. Perciò, Kundalini, la cui forma è quella di un serpente dormiente significa ‘colui che è avvolto a spirale’. La Kundalini è l’energia vitale (Jivashakti) che si manifesta come prana [oppure come qi in cinese, and ruach in ebraico]. Lei dorme nel Muladhara Chakra (corrispondente alla Sephiroth Malkhùth, regno, dell’ Albero della Vita) avvolta in tre spirali e mezzo, come per i tre nodi e mezzo (Bindus) [di cui si parla nel Tantra]. Quando, dopo aver chiuso le orecchie, il suono del suo sibilio non è più sentito, la morte si sta avvicinando”.
Sia l’ albero dei Chakra per il tantra che l’ Albero della Vita per la Cabala, condividono una struttura composta da tre canali principali. Il canale centrale nel tantra è chiamato “Shushumna” mentre per la Cabala viene denominato “colonna centrale”/“pilastro dell’ equilibrio” o “della conoscenza”. I canali laterali sono chiamati “Ida” e “Pingala” per il tantra e “colonna di destra”/“pilastro della misericordia” e “colonna di sinistra”/“pilastro del rigore”.
La Kundalini, come Chitshakti (l’ energia della coscienza), svegliandosi e risalendo i Chakra, apre i centri che si trovano lungo il suo percorso attraverso la Shushumna, fino a riunirsi con il suo marito Shiva nel sesto Chakra (Ajna) al centro delle sopracciglia. L’ascesi della Kundalini è chiamata anche Satchakrabheda, ovvero “penetrazione dei sei centri”. Nel Chintamanistava, scritto attribuito al saggio incarnato Sri Shankaracharya, viene riportato:
“Questa donna di famiglia (Kundalini), percorrendo la strada regale (Shushumna, colonna centrale), si prende alcune pause ad intervalli in posti segreti (Chakra, Sephiroth), abbraccia il suo supremo sposo (nell’ Ajna, sesto Chakra, centro del capo) e fa si che il nettare fluisca (verso Sahasrara, settimo Chakra, Sephiroth della corona/superiore/Keter).”
L’ ascensione della Shekhinah attraverso l’ Albero della Vita è chiamata Shabat (o Sabbath). Si dice che la Shekhinah sia in esilio nei mondi inferiori. Durante la Sabbath, risale attraverso le Sephiroth (sfere) dalla colonna centrale e si unisce con suo marito il Signore YHVH nei mondi superiori. Questo è ripetuto nella canzone di Rabbi Yitza’aq Luria, che si trova spesso nei libri di preghiere ebraiche:
“Lekah Dodee Likraht Calah Penay Shabat neQabalah.” (“Vieni mio Amato ad incontrare la tua Sposa, ascesa (Sabbath) verso di te per riceverti.”)
Le pratiche di meditazione adottate sia dai mistici cabalisti che tantrici coinvolgono l’ uso simultaneo e coordinato di mantra e yantra. I mantra sono ripetizioni vocali di sequenze di Nomi Divini che hanno un potere intrinseco per trasformare la coscienza, mentre con yantra si intendono le visualizzazioni direttamente correlate alle ripetizioni dei mantra. Descrizioni antropomorfiche del Signore YHVH sono spesso riferimenti a misteri collegati allo stato di conoscenza e consapevolezza. Abbondanti anche nella tradizione tantrica.
Le tradizioni Tantriche Induiste e Buddiste sono note particolarmente per le loro allusioni sessuali con gli stati mistici. Simili allusioni sono trovate anche nel Idra Zuta Qadusha (Assemble Minore) ed altri volumi di letteratura Cabalista. Alcuni Cabalisti fanno uso di pratiche sessuali di yoga avanzato simili a quelle eseguite nel Virabhava Tantrikas e nel Taoismo Alchemico Cinese. Sfortunatamente, le discipline sessuali (che sono una sola componente di tutta la Tradizione Tantrica) sono male interpretate, pericolose e hanno sofferto a lungo di corruzione e sfruttamento. Ci sarebbe ancora tanto da confrontare e paragonare tra Cabala e Tantra Tibetano, Buddista e del Nord dell’India, ma è fuori dagli scopi di questo libro.