creato: 21 01 2022; modificato: 22 10 2023

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Il segreto del fiore d’oro (Carl Gustav Jung, Richard Wilhelm)

archetipi possono essere definiti, in termini generali, come funzioni inconsce innate presenti in tutti gli uomini le quali, modellando gli stimoli esterni, danno luogo a costrutti immaginali dotati di una forza e di un significato specifici. Detto in altre parole, l’archetipo è la disposizione inconscia a produrre rappresentazioni mitiche organizzate intorno a un particolare nucleo di significato. Tali

La funzione del simbolo, cui in questo testo Jung accenna fuggevolmente, è appunto quella di unire paradossalmente conscio e inconscio, e di additare così nuove vie, nuove possibilità di sviluppo, veicolando l’energia psichica prima sequestrata nel conflitto fra i termini opposti.

Le strade che portano a fissare le fantasie variano inoltre da individuo a individuo. Per alcuni è più facile scriverle, per altri visualizzarle, per altri ancora disegnarle o dipingerle con o senza visualizzazione. In una profonda crisi di coscienza solo le mani, spesso, sono capaci di fantasticare, modellando o disegnando figure che di frequente sono del tutto estranee alla coscienza.

Questi esercizi devono essere continuati finché la crisi di coscienza si risolve: finché, in altre parole, sia possibile lasciar accadere, il che costituisce lo scopo più immediato dell’esercizio.

essere sempre consapevoli di ogni azione, e di tenere tutto ciò sempre bene davanti agli occhi in tutti i suoi aspetti problematici: davvero un compito che richiede un impegno totale.

stati d’animo sono infatti espressi simbolicamente

Tao s’impiega la «luce del cielo», che «dimora tra gli occhi» come «cuore celeste».

sinonimo di Tao s’impiega la «luce del cielo», che «dimora tra gli occhi» come «cuore celeste».

il simbolo del mandala, infatti, non è solo una forma espressiva, ma esercita anche un’azione, agendo a ritroso sul suo autore.

Si tratta, in altri termini, di recuperare, con l’appoggio e la mediazione di un’azione esteriore, la propria attenzione, o meglio di arrivare a partecipare a un recinto sacro interiore che è origine e meta dell’anima e contiene quell’unità di coscienza e vita, un tempo posseduta, quindi perduta, che occorre ora ritrovare.

tutto ciò che è periferico deve sottostare all’ordine del centro.

è necessario il simbolo, che agisce «magicamente» e contiene quel primitivo analogismo che parla all’inconscio. Solo attraverso il simbolo è possibile raggiungere ed esprimere l’inconscio; per questo anche il processo di individuazione non può mai fare a meno del simbolo. Il simbolo è da un lato l’espressione primitiva dell’inconscio, ma dall’altro è un’idea che corrisponde all’intuizione più profonda della coscienza.

Dove c’è ancora attaccamento, là si è ancora posseduti, e in tal caso significa che esiste ancora uno più forte che ci possiede («in verità tu non uscirai da lì finché non avrai pagato fino all’ultimo centesimo»).

saldare coscienziosamente tutti i debiti verso la vita. Finché infatti sussisterà ancora quell’attaccamento incondizionato dovuto alla cupiditas, il velo non sarà sollevato, né si potranno raggiungere le altezze della coscienza libera da contenuti e da illusioni.

«Ho sognato il signor X», mentre in realtà ha sognato solo una rappresentazione del signor X. L’Anima non è null’altro che una rappresentazione della natura personale del sistema autonomo in questione. Quale sia la natura di questo sistema in un senso trascendentale, che superi cioè i limiti dell’esperienza, non possiamo saperlo.

la luce è la vita degli uomini; l’occhio è la luce del corpo; la rinascita spirituale dell’uomo dall’acqua e dal fuoco, cui deve aggiungersi l’idea della terra del pensiero (spirito) come grembo materno o campo coltivato.

«binario che, pur restando fermo, conduce direttamente da un principio a una meta».

nella sua immobilità, sia mediatore di ogni movimento, a cui impone la sua legge.

«Silenziosamente al mattino spicca il tuo volo.» Nel mettere in pratica questo principio non avete bisogno di nessun altro metodo, vi basterà concentrare in esso i vostri pensieri.

Il cielo non è il vasto cielo azzurro, ma il luogo dove il corpo viene generato nella dimora dell’elemento creativo

La via dell’elisir di vita conosce tre elementi magici fondamentali: l’acqua seminale, il fuoco spirituale e la terra del pensiero.

come se in mezzo all’essere ci fosse un non essere;

se chiudendoli si inverte lo sguardo, rivolgendolo verso l’interno, e si contempla la sede dell’avo, ecco che si segue il metodo a ritroso! La forza dei reni sta sotto il segno dell’acqua. Col risvegliarsi degli istinti, essa fluisce verso il basso, diretta verso l’esterno, e genera figli. Se nel momento dell’emissione, invece di lasciarla defluire verso l’esterno, la si fa tornare con la forza del pensiero e penetrare nel crogiuolo dell’elemento creativo, sì da rinfrescare e nutrire il cuore e il corpo, anche questo è metodo «a ritroso».

Concentrare il fiore seminale in alto, nell’occhio del corpo umano, questa è la grande chiave di volta del corpo.

L’inizio e la fine dell’opera devono essere un tutt’uno, anche se, naturalmente, si alterneranno momenti più freddi e più caldi. Ma la meta deve essere, e solo allora la possederai, raggiungere l’immensità del cielo e la profondità del mare con metodi che appaiono tutti molto semplici, naturali.

Dove si dirige l’occhio, là si rivolge anche il cuore. Ma come potrà esso volgersi nello stesso tempo verso l’alto (centro giallo) e verso il basso (punta del naso), oppure alternativamente ora in alto, ora in basso? Questo significa confondere il dito con cui si indica la luna, con la luna stessa.

Non bisogna star seduti con rigidità nel momento in cui risplende il pensiero universale; ma piuttosto indagare dove si trovi questo pensiero, dove sia nato e dove svanisca. A nulla serve portare oltre la riflessione. Ci si limiti a vedere dove è nato questo pensiero, senza voler cercare oltre;

Noi vogliamo porre in quiete armoniosa gli stati del cuore; in questo consiste la vera contemplazione.

Questo si chiama circolazione della luce; circolazione è fissazione. La luce è la contemplazione. Fissazione senza contemplazione è circolazione senza luce. Contemplazione senza fissazione è luce senza circolazione. Ricordatevelo!

Per questo il Maestro espone con particolare chiarezza il metodo per iniziare la coltivazione della vita e prescrive di guardare con entrambi gli occhi la punta del naso, di abbassare le palpebre, volgere lo sguardo all’interno, sedere tranquillamente con il busto eretto e fissare il cuore nel centro in mezzo alle condizioni.

All’inizio del lavoro bisogna sedere in un luogo tranquillo, il corpo dev’essere come legna secca, il cuore come cenere spenta. Si abbassino le palpebre, si rivolga all’interno lo sguardo, si purifichi il cuore, si lavi il pensiero, s’interrompano i desideri e si conservi il seme. Ogni giorno si sieda in meditazione con le gambe incrociate. Si tenga ferma la luce degli occhi, si cristallizzi la facoltà uditiva dell’orecchio, si riduca la facoltà gustativa della lingua, facendola aderire al palato; si renda ritmico il respiro nasale e si fissi il pensiero sulla porta oscura. Se non si bada subito a regolare la respirazione, c’è da temere un affanno dovuto all’eccessivo rallentamento del respiro. Quando si abbassa lo sguardo, si prenda come riferimento un punto sul dorso nasale situato un po’ meno di mezzo pollice al di sotto dell’incontro delle linee visuali, là dove il naso presenta una piccola prominenza. Si cominci dal raccogliere pensieri, l’orecchio ritmi la respirazione, il corpo e il cuore si dispongano in serena armonia. La luce degli occhi brilli in perfetta calma e a lungo, senza indulgere a sonnolenze o a distrazioni. L’occhio non si volge all’esterno, ma abbassata la palpebra illumina l’interno; in questo luogo risplende. La bocca non parla né ride. Le labbra si chiudono, il respiro si fa interiore; in questo luogo è il respiro. Il naso non coglie alcun odore; in questo luogo è l’odorato. L’orecchio non ascolta nessun suono esterno; in questo luogo è l’udito. Tutto il cuore vigila l’interno; in questo luogo è il suo vigilare. I pensieri non vagabondano più all’esterno; veri pensieri, essi permangono in sé stessi. Se i pensieri hanno permanenza, anche il seme acquista permanenza; se il seme ha permanenza, anche la forza acquista permanenza; se la forza ha permanenza, allora acquista permanenza anche lo spirito. Lo spirito è il pensiero, il pensiero è il cuore, il cuore è il fuoco, il fuoco è l’elisir.

«Solo dopo un lavoro costante di cento giorni, la luce è pura; allora ci si può accingere al lavoro con il fuoco spirituale.» Se dunque si procede nella concentrazione, dopo cento giorni affiora spontaneamente nella luce un punto di vera luce creativa (yang). A questo i discepoli devono tendere con cuore sincero.

Perciò il Maestro teme che gli uomini si limitino a fissare i loro pensieri nello spazio del naso e trascurino di fissare le loro rappresentazioni nello spazio della forza; perciò usa la similitudine del muratore che adopera il filo a piombo. Il muratore usa il filo a piombo solo per verificare se i suoi muri sono diritti o storti, perciò il filo gli serve da riferimento; dopo avere stabilito la direzione, può procedere nel lavoro. Ma è chiaro che lavora poi al muro e non al filo misuratore.

si disponga il cuore all’ascolto del respiro. L’inspirazione e l’espirazione non possono essere percepite dall’orecchio, perché ciò che si deve sentire è appunto l’assenza di ogni suono. Finché si sente un suono, il respiro è grosso e superficiale, e non riesce a espandersi liberamente.

«La chioccia può covare le sue uova sino alla fine, perché il suo cuore è sempre in ascolto.»

I due ostacoli dell’inerzia e della distrazione vanno combattuti con una serena applicazione quotidiana e senza interruzioni;

diventare consapevoli della distrazione, ecco il meccanismo che ci permette di eliminarla

Quando nella meditazione si è presi da sonnolenza, questo è un effetto dell’inerzia; la sonnolenza può essere eliminata solo mediante il respiro. Anche se il respiro che entra ed esce attraverso naso e bocca non è il vero respiro, quest’ultimo è pur sempre in relazione con l’inspirazione e l’espirazione. Quando si siede in meditazione, bisogna dunque mantenere costantemente il cuore in stato di quiete e concentrare la propria forza. Come si arriva ad acquietare il cuore? Mediante il respiro. Ma solo il cuore deve diventare consapevole di quest’immissione ed emissione del respiro, non bisogna percepirlo con le orecchie.

Bisogna invece ben comprendere il corretto uso del cuore durante la respirazione. È un uso che non è un uso. Non occorre altro che far cadere, lievissimamente, la luce nell’udito. Questa frase ha un senso segreto.

raggiungere intenzionalmente l’assenza d’ogni intenzione, ecco la giusta via.

Il sole che discende nell’acqua è l’immagine,

A ogni individuo appaiono cose diverse, a seconda delle sue inclinazioni.

è come quando si beve l’acqua: ci si accorge da soli se è calda o fredda. Così, da soli ci si convince di queste esperienze, e solo allora esse diventano autentiche.

Se di buon mattino si riesce a liberarsi da ogni impegno e meditare per qualche ora, e se si riesce poi ad adottare, nei confronti di ogni occupazione e rispetto a tutto il mondo esterno, un atteggiamento riflesso puramente oggettivo, se si persevera in questo atteggiamento, dopo due o tre mesi tutti i perfetti scenderanno dal cielo a suggellare un tale comportamento.

Bisogna eliminare completamente ogni interferenza di pensieri riguardanti gli altri e sé stessi. Quando il discepolo riesce, grazie al vero pensiero, a fissarsi stabilmente nello spazio della forza, non deve più mettere in circolazione la luce, perché circolerà di per sé stessa. Ma quando la luce è in circolazione, l’elisir si produce naturalmente, e nulla impedirà di attendere nello stesso tempo alle occupazioni mondane.

«Se si continua a vivere nel mondo, restando però in armonia con la luce, allora ciò che è rotondo resta rotondo, e ciò che è angolare resta angolare; si conduce, tra gli uomini, un’esistenza visibile eppur segreta, diversa eppure simile, e nessuno la può giudicare perché nessuno rileva la nostra segreta condotta.» La circolazione della luce nella vita pratica permette appunto di vivere nel mondo e tuttavia in armonia con la luce.

evitare la minima emozione, mantenere il cuore celeste proprio nel centro.

Quando però non sorge alcuna rappresentazione, allora nascono le giuste rappresentazioni: questa è la vera idea.

segreto più profondo, che è indispensabile dall’inizio alla fine, ossia al lavaggio del cuore e alla purificazione dei pensieri: al bagno.

Restare sempre nell’assenza d’ogni intenzione. Il segreto del bagno, il più profondo segreto che troviamo nel nostro insegnamento, si riduce dunque al lavoro di rendere vuoto il cuore. Così si giunge al compimento.

il paese che non è in nessun luogo, questa è la vera patria.»

«Se un uomo giusto [mago bianco] si serve di mezzi sbagliati, i mezzi sbagliati agiscono nel modo giusto.»

Il capriolo dorme con il muso sulla coda per chiudere il sentiero di forza del controllo.

Ogni singolo pensiero diventa immagine e si rende visibile in colore e forma.

serena luce che nasce dall’essersi sottratti al gioco degli opposti e del loro reciproco fecondarsi.

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