Ogni Kriyaban, indipendentemente dal suo lignaggio, troverà spunti
interessanti nella lettura di questo libro. Ricco di paragrafi, direttamente in
Sanskrito traslitterato sono presi e riportati dai diari ufficiali di Shama
Churn Lahiri, che ho particolarmente apprezzato in quanto ha dimostrato come
l’autore abbia cercato di lasciare il più fedele possibile, le parole e la
struttura utilizzate dallo stesso Lahiri. Vi è inoltre un glossario di termini
davvero molto dettagliato. Un insegnamento puro per quanto posso valutarlo,
nonostante per alcune cose è andato contro a dei miei preconcetti e credenze. Ho
cercato di leggerlo con la mente aperta al cambiamento, apportando anche delle
modifiche alla sadhana. Seguono alcune delle frasi che mi hanno maggiormente
colpito:
General topics
Il Kriyayoga è una scienza.
Tutto dovrebbero ricevere un’educazione.
L’ obbedienza (come discepolato) che prevedeva il tocco dei piedi del Guru,
non era a Lui gradita.
Stabilizza/Ferma la tua mente facendo PranaKarma.
I genitori sono grandi Guru, sono degni di riverenza.
Cerca di conoscere te stesso, questo è sadhana. Conoscere se stessi è
l’ultimo e supremo traguardo di una vita umana.
Tutto nell’universo esiste in questo corpo.
Tutto ciò che avviene nella mente, avviene anche nel corpo, quando l’illusione
mentale è rimossa, anche l’illusione fisica gradualmente sarà rimossa.
Ci sono dieci tipi di suoni dell’ Anahata che possono essere uditi: ronzio,
ronzio continuo, piccola campana, conchiglia, flauto, percussione, flauto di
addestratori di serpenti, tom-tom tipico del legno, tamburi in concerto, una
campana continua.
La percezione è in accordo con la disposizione mentale.
La mente dinamica deve essere messa a riposare nel triangolo all’interno del
Kutastha. Fatta risiedere nel ChakraAjna, viene poi fatta roteare da
destra a sinistra. Un seme estremamente minuscolo, simile a quello della
mostarda, può essere visualizzato all’interno di questo triangolo.
Il bianco non appartiene a una categoria di colori. Da questo si può inferire
la sua neutralità.
Il sole e la Luna, unite nell’unità.
Tutte le forme che possono essere visualizzate mentre si pratica Kriya,
indipendentemente da quello che sono e da dove vengano, danno origine ad un
attaccamento. Un oggetto percettibile è imperituro. Kriya porta ad uno stato
trascendentale che va al di là, diventa Brahma stesso che esiste in ogni
forma, l’essenza di ogni conoscenza.
Se il presente non esiste, il passato ed il futuro anche non esistono. Quindi,
passato e futuro dipendono dal presente. Abbandonando il presente non si può
avere quella che viene indicata come percezione diretta, in quanto una
percezione diretta è parte del tempo stesso. Quando una percezione diretta
avviene, il presente esiste ma con così scarsa percezione del tempo stesso che
diventa una non-entità.
Ricordare non è possibile senza sintomi.
L’ essenza del Kutastha è l’anima, l’essenza dell’anima è la mente e l’
essenza della mente sono i sensi.
Ogni visualizzazione comporta attaccamento. Persino se si tratta di Bhagavan
Krishna. Nella non-visualizzazione non vi è attaccamento, in quanto vaquità
totale.
I benefici materiali possono sempre essere acquisiti, mediante i più svariati
stratagemmi, non si può dire lo stesso delle conquiste dell’anima.
Nessuno è un peccatore o un santo.
Chi dovrebbe e può praticare yogasadhana
Il mondo materiale non dovrebbe essere abbandonato. La sadhana non è solo
per rinuncianti o asceti.
La sadhana va praticata ma allo stesso tempo devi procurarti da vivere. Non
è corretto dipendere da qualcun altro la propria sussistenza. Se hai una
famiglia la devi mantenere.
Non ci sono impedimenti nella pratica dello yogasadhana legati alla
religione o alla dottrina a cui si appartiene. La stessa anima abita in ogni
essere vivente. Per questo, non ci sono vincoli nel praticare questo tipo di
atmasadhana.
Essendo tutto originato da Brahma chiunque può definirsi Bramino.
L’introspezione dell’anima è il primo obiettivo della vita ed ogni sadhaka
del mondo può farlo senza eccezioni alcune.
Shama Churn illustra come chiunque pur rimanendo nel vorticoso mondo materiale
può dedicare la sua vita verso gli ideali del mondo spirituale e in maniera
graduale raggiungere la vetta di spiritualizzazione. Non ha solamente espresso
questi ideali verbalmente ma è sempre stato il primo, ad eseguirli nella
propria vita come esempio.
Gli unici due requisiti per praticare yogasadhana sono un corpo umano e un
desiderio sincero.
Nessuno è nato peccatore o santo. Tutti siamo uguali. Essendo tutti figli di
Dio, tutti abbiamo il diritto di praticare questa sadhana.
Consigli per la Sadhana
Dormire dalle 5 alle 6 ore a notte.
Mangiare cibo puro e digeribile.
Non fare il bagno freddo all’alba.
Non fare digiuni troppo lunghi.
Non rimanere sveglio fino tarda notte.
Non praticare Kriya quando vi è il temporale.
Kriya al mattino distrugge i vizi della notte ed il Kriya alla sera i vizi
della giornata.
Le donne non dovrebbero praticare Kriya durante il ciclo.
Kriya in una coppia sposata sarebbe da fare assieme.
Sarebbe meglio praticare Atmasadhana qualche ora prima dell’alba, in quanto
durante queste ore la natura e l’ambiente che ci circonda sono calmi.
Non ci sono regole riguardo direzione, luogo e tempo per la pratica del kriya.
Sambhavi mudra, Kechari Mudra, Omkara kriya ed il Kevala Kumbhaka sono
le principali pratiche da tenere a mente. I Kumbhaka devono avvenire
spontaneamente, senza forzature. Se le due azioni di recaka e puraka sono
praticate bene anche internamente, un kumbhaka risulterà naturale.
L’adorazione di idoli non è mai stata praticata da Shama Churn.
Chiedeva alle persone di continuare i rispettivi credi e culti, introducendo
la rispettiva yogasadhana.
Non vi era necessità di tenere con sé una foto del guru in quanto avrebbe
potuto in futuro sostituire la sadhana con una forma di adorazione non
proficua.
Yogiraj non ha mai fatto japa e nemmeno recitato mantra o nomi divini ed
evitava di impartirli a sua volta ai suoi discepoli. Non è mai stato visto
eseguire digiuni particolari o forme di adorazioni grossolane. Digiunava una
volta l’anno per il giorno del MahaSivaratri.
Dove le pratiche rituali dei devoti classici finiscono, le pratiche spirituali
degli Yogi cominciano.
Partecipare o fare pellegrinaggi esteriori, non produce un evoluzione
dell’anima. Fintanto che non si è consapevoli del pellegrinaggio interiore,
non potrai salvarti.
Non praticare la sadhana di qualche divinità particolare ma fissati in modo
fermo e deciso nell’essenza dell’anima. Tutte le divinità li dimorano.
About God
Dio non è un oggetto o un’entità che discende dal cielo, il Divino è uno stato
dell’Essere.
Vi è solo Uno che può realmente dare e da tramite altri.
Il nome e la forma appartengono al corpo e agli oggetti, con quale nome
potresti chiamare Dio? Lui è al di là della forma e dei nomi. Chi altro è più
vicino alla Divinità che tu stesso? Lui è in te, dentro di te, come potresti
mai chiamarlo? Per caso una persona si chiama mai da sola? Non è necessario.
Qualcuno esiste in te, invocalo continuamente.
Un discepolo pregò Shama Churn chiedendo “Chi è Dio?”, Yogiraj lo illuminò dicendo
“Vuoi sapere chi è Dio? La potenza che ti fa chiedere ‘Chi è Dio?’”.