contemplai con la mente il mio cuore, tentando di rappresentarmelo quale esso è, nella parte sinistra del petto, e di ascoltarne attentamente il battito. Ripetevo questo esercizio varie volte al giorno,
ascolto con attenzione o leggo, la Preghiera non si interrompe e io percepisco insieme le due cose, proprio come se fossi sdoppiato o come se nel mio corpo ci fossero due anime. Dio, quant’è misterioso l’uomo!
immagina il tuo cuore, rivolgi ad esso i tuoi occhi, come se tu lo guardassi attraverso il petto, immaginalo quanto più lucidamente puoi. E con le orecchie tese ascolta i suoi battiti incessanti, uno per uno. Quando ti sarai abituato a questo, comincia a far coincidere le parole della Preghiera con le pulsazioni del cuore.
Poi, quando ti sarai abituato a ciò, comincia a far entrare e uscire dal cuore tutta intera la Preghiera di Gesù con il ritmo del tuo respiro, come insegnano i santi Padri. Ossia, aspirando l’aria, di’ o pensa: Signore, Gesù Cristo, ed espirandola: abbi pietà di me! Ripetilo il più spesso possibile per il maggior tempo possibile, e in poco tempo sentirai un sottile e gradevole dolore al cuore, poi uno strano calore. Così con l’aiuto di Dio giungerai alla spontanea e gioiosa orazione del cuore.
se ci concentriamo, isolandoci da tutto ciò che ci circonda, e raffiniamo la mente, allora l’anima ritorna in possesso di se stessa e agisce con tutte le sue potenze.
qualsiasi della sacra Scrittura e concentrare a lungo su di esso tutto il proprio potere di attenzione. Allora la luce dell’intendimento ti sarà rivelata. Allo stesso modo si deve agire con l’orazione: se si vuole che sia pura, giusta e felice si deve sceglierne una breve, composta di poche ma potenti parole, e ripeterla spesso e a lungo: soltanto così proverai gusto a pregare”.
Attraverso la meditazione, attraverso lo studio della Parola di Dio e annotando le proprie esperienze, occorre risvegliare nell’anima una sete e una fame - o, come si esprimono alcuni, una “meraviglia” - che dà un insaziabile desiderio di conoscere più compiutamente e più da vicino le cose, di penetrare più a fondo nella loro essenza.
predisporci alla massima umiltà e condurci più facilmente all’unione con Dio, indicandoci un immediato ricorso a Lui nell’orazione e nella petizione del suo paterno aiuto. Qui è riposto il segreto della salvezza, non nella fiducia nelle proprie forze.
Chiedilo a Dio. Prega Dio. Invocalo perché ti aiuti!
pregare veramente significa dirigere continuamente verso Dio la memoria e il pensiero, camminare alla sua divina Presenza, ridestarsi al suo amore pensandolo, e unire il Nome di Dio con il proprio respiro e con il battito del proprio cuore: pronuncerà cioè il santissimo Nome di Gesù con le labbra, o dirà la Preghiera di Gesù incessantemente, in ogni momento, in ogni luogo e durante qualunque occupazione.
l’unico mezzo onde perfezionare l’orazione del cuore e salvare l’anima è la perpetuità dell’orazione.
la fede non è mai opera nostra, perché è un dono di Dio; che la fede è un dono spirituale e ci è dato dallo Spirito Santo.
«Chiedete e vi sarà dato».133 Gli Apostoli non potevano risvegliare in se stessi una fede perfetta, ma piegarono Gesù Cristo: «Signore, rafforza la nostra fede».134 Ecco un esempio di conquista della fede. Risulta evidente, dunque, che la fede si conquista con l’orazione.
In che modo compiere le opere richieste dalla legge di Dio se l’uomo, privo di forze, non ha in sé il potere di assolvere i comandamenti? Non gli è possibile finché non lo chiede a Dio, finché non prega per questo. «Non ottenete perché non chiedete»;142 è l’apostolo Giacomo
«Pregate senza intermissione».146 È giusto e degno pregare sempre, pregare in ogni luogo. La vera orazione esige particolari condizioni. Essa deve essere offerta con mente e cuore puri, con fervido zelo, con attenta concentrazione, con timore e tremore e con la più profonda umiltà.
Dio ha concesso alla volontà e alle forze dell’uomo soltanto la quantità di orazione, comandando di pregare senza intermissione, in ogni tempo e luogo. Ecco rivelato il metodo segreto per giungere alla vera orazione, e insieme alla fede, all’osservanza dei comandamenti e alla salvezza. All’uomo è affidata solo la quantità; la frequenza dell’orazione è affar suo,
Non ascoltare l’insipiente insinuazione della gente vana, che un’invocazione tiepida, sebbene insistente, sia inutile vaniloquio. No, la forza del Nome divino e la frequenza nell’invocarlo daranno frutto alla loro stagione.
Continua, senza mai tacere, senza mai turbarti. Sarà quello stesso grido a purificarti con il suo ripetersi. Non lasciarti mai sfuggire dalla mente che “[colui] che abita in voi è più grande di colui che è nel mondo… Dio è più grande del nostro cuore e conosce ogni cosa».
il cuore, una volta appresa l’orazione interiore, può liberamente pregare e invocare il Nome di Dio durante ogni occupazione, sia della mente sia del corpo, e in mezzo a qualunque frastuono (chi l’ha provato lo sa per esperienza, e a chi non lo sa lo si dovrà gradualmente insegnare), si può affermare che nessuna distrazione esteriore può interrompere l’orazione in colui che desidera pregare, perché il segreto pensiero dell’uomo non soggiace ad alcuna pressione esterna ed è assolutamente libero in sé; esso può essere percepito in ogni momento e diretto verso l’orazione; perfino la lingua può formulare in segreto, senza suono, l’orazione alla presenza di molti e durante occupazioni esteriori.
«Nessuno risponda che, immerso nelle sollecitudini mondane o lontano dal tempio, non è in grado di pregare costantemente. Ovunque ti trovi, tu puoi offrire a Dio il sacrificio dell’orazione con il pensiero».
A lungo andare egli si educherà all’orazione continua, scoprendo per esperienza che la frequenza nell’orazione, questo unico mezzo di salvezza, è in potere della volontà dell’uomo, che si può pregare in ogni momento, in ogni circostanza, in ogni luogo, e che è facile sollevarsi dall’orazione orale a quella della mente, e da questa all’orazione del cuore che apre il Regno di Dio dentro di noi.
coloro che per lunga consuetudine e per la misericordia di Dio sono passati dall’orazione della mente a quella del cuore, essi non interromperanno questa orazione né durante il più profondo esercizio intellettuale né addirittura mentre dormono. «Io dormo ma il mio cuore veglia…».153 Costoro, padroni ormai di questo meccanismo del cuore, hanno acquisito una tale capacità di invocare il Nome di Dio che questo susciterà da sé l’orazione, inclinando la loro mente e l’intero spirito in un’effusione di orazione incessante, in qualunque circostanza si trovi colui che prega e per quanto astratta e intellettuale sia la sua occupazione.
«Pregare in qualche modo è nostra facoltà, ma pregare perfettamente è un dono della grazia». Pertanto offri a Dio quanto è nelle tue facoltà; dapprima offrigli almeno la quantità: questa ti è possibile; la forza divina subentrerà alle tue debolezze e l’orazione, arida e distratta forse, ma assidua e incessante, con la consuetudine diventerà una seconda natura e si farà pura, luminosa, ardente, perfetta.
Il frequente esercizio ci insegnerà l’attenzione, la quantità condurrà sicuramente alla qualità. «Per imparare a fare bene una cosa occorre farla il più spesso possibile», disse un illuminato autore spirituale.
Il saggissimo Creatore di ogni cosa ha instillato nella natura dell’uomo la facoltà di amare se stesso, precisamente come un’esca, secondo l’espressione dei Padri, per attirare l’avido essere umano verso l’alto, fino alle cose celesti. Oh, se l’uomo non sciupasse questa facoltà, se la conservasse in tutta la sua eminenza, nel rapporto con la propria natura spirituale! Allora avrebbe un potente incentivo e un mezzo efficace per procedere sulla via della perfezione morale.
Questo è lo sconforto, che è il peggiore dei peccati e la principale arma usata dal mondo delle tenebre contro di noi.
dopo ogni caduta e ogni ferita al cuore, devi porre all’istante il tuo cuore alla Presenza di Dio, perché sia da essa curato e purificato, così come le cose infette, esposte per qualche tempo all’azione dei raggi del sole, perdono il loro potere infettivo.
Spirito può trasmettersi a spirito ed uno agire efficacemente sull’altro, attrarlo all’orazione, all’attenzione, sollevarlo nello sconforto, dissuaderlo dal vizio, spronarlo a sante azioni. E così, coloro che si aiutano l’un l’altro possono diventare più pii, spiritualmente più forti, più ferventi. Ecco il segreto dell’orazione per gli altri, che spiega la devota consuetudine dei cristiani di pregare l’uno per l’altro, di chiedere preghiere fraterne.
«Confessate dunque l’un l’altro i vostri peccati e pregate gli uni per gli altri affinché siate guariti; poiché l’orazione fervente del giusto è molto potente».
«Misericordiosissimo Signore, sia fatta la tua volontà, la quale vuole che tutti gli uomini si salvino e giungano alla conoscenza della verità: salva e soccorri il tuo servo N. Accogli questo mio desiderio come un grido d’amore che Tu stesso hai comandato».
«Il Dio della pace, che trasse dai morti colui che, mediante il sangue dell’alleanza eterna, è diventato il gran pastore delle pecore, il Signore nostro Gesù, vi renda capaci di ogni opera buona, affinché facciate la sua volontà, compiendo in voi tutto ciò che gli è grato per mezzo di Gesù Cristo; a cui sia gloria nei secoli dei secoli, così sia».
- la frequenza nell’invocare il Nome di Cristo, 2) la concentrazione durante l’invocazione, 3) la discesa in se stessi, come si esprimono i Padri della Chiesa, l’ingresso della mente nel cuore.
la quantità conduce alla qualità,
la frequenza genera l’abitudine e si trasforma in natura.
non cambiare spesso le parole, per abituarsi più facilmente all’invocazione. E per stimolare maggiormente se stesso a questa continua recitazione, il discepolo deve proporsi come regola d’invocare Dio un determinato numero di volte, secondo il tempo che ha;
la mente comincerà a prestare sempre maggiore attenzione a questo movimento della lingua e a poco a poco si purificherà dalle distrazioni concentrandosi nell’orazione.
il cuore stesso invocherà il Nome di Gesù Cristo liberamente, con ineffabile dolcezza, e si effonderà umilmente ed incessantemente davanti a Dio, secondo le parole: «Io dormo, ma il mio cuore veglia».
«Come la pioggia, quanto più cade abbondante, più ammorbidisce la terra, così il santo Nome di Cristo se lo invochiamo con frequenza, gioiosamente, vivifica e allieta il calice del nostro cuore».
A volte, recitata la formula, rimanga un attimo in silenzio, come se aspettasse la risposta divina, sforzandosi di mantenersi concentrato nonostante le distrazioni; infine, deve sempre ricordare che, per amore del Signore, egli stesso ha scelto di restare continuamente nello stato di orazione, con la mente sgombra di ogni vano pensiero.
l’assoluta ubbidienza e la purezza della coscienza di fronte a Dio, agli uomini e alle cose; e dopo aver ammonito di agire sempre come se ci si trovasse alla presenza di Dio, egli prosegue: «Così facendo, ti apri senza insidie una via dritta e sicura verso la terza forma di orazione che è la seguente: la mente custodisca il cuore durante l’orazione, e dentro di esso si aggiri senza mai allontanarsene; e dal profondo del cuore innalzi preghiere a Dio».208 Tutto è qui: segui con zelo questa via sinché alla fine gusterai il Signore.
quando invochiamo costantemente il Signore Gesù, oppure, ed è la stessa cosa, viviamo perennemente nel ricordo di Dio. Il primo mezzo è efficace, ma il secondo lo è ancora di più, sicché anche il primo riceve dal secondo tutto il suo potere. Perciò, se vogliamo sinceramente scoprire il seme benedetto sepolto in noi, affrettiamoci a praticare sistematicamente quest’ultimo metodo e a conservare nel cuore l’esercizio segreto e straordinario dell’orazione, finché essa divampi nel nostro cuore e lo infiammi d’infinito amore per il Signore.
L’orazione attiva della mente e del cuore congiunti, si realizza così: siedi su una seggiola alta una spanna, guida la tua mente dalla testa verso il cuore e là trattienila; e invoca con la mente e con il cuore: «Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me!». Nel frattempo, trattieni il respiro, in modo da non respirare tumultuosamente, perché questo disperde l’attenzione; e se affiorano pensieri estranei, non badar loro, fossero anche semplici e buoni, e non soltanto vani e impuri
Leggi poco, ma quel poco approfondisci e assimila.
Se vedi che l’orazione interiore agisce in te e non cessa di sgorgare spontaneamente nel tuo cuore, non trascurarla e non mettere mano al libro di preghiere. Ciò significherebbe abbandonare Dio dentro di te, uscirne, e dall’esterno discorrere con Lui.
L’uso dei remi è superfluo quando il vento gonfia la vela: essi servono quando il vento cade e la barca si ferma.
conserva il pianto della contrizione, perché nel gaudio generato dall’orazione non cada nell’esaltazione di sé. Chi sa conservare questa lieta tristezza sfugge a ogni male.
raccogliti nel tuo cuore: vi troverai gli scalini per salire in alto”.
«È noto che il nostro respiro, attraverso i polmoni, conduce l’aria fino al cuore. Perciò siedi in disparte, e, raccogliendo la mente, introducila nel tuo interno per la via del respiro; costringila a scendere fino al tuo cuore assieme all’aria inalata e trattienila; e non lasciarla uscire, per quanto possa volerlo. Ma, trattenendola, non lasciarla in ozio; suggeriscile, invece, queste sante parole:
Esercitati a dimorare nel tuo interno, insieme con l’orazione indicata, e fa’ attenzione che la tua mente non ne esca troppo presto, perché in principio si sentirà molto avvilita per la scomoda prigionia. Ma quando vi si sarà assuefatta, il soggiorno le diverrà lieto e pieno di gioia, e lei stessa vorrà rimanervi.
Perfino nel sonno profondo la fragranza dell’orazione si diffonderà dal tuo cuore senza fatica; e anche se nel sonno tacerà, tuttavia continuerà ad agire nel tuo cuore, misteriosamente, santamente, senza interruzione.
Chi pratica la vita interiore deve esercitare in ogni istante queste quattro virtù: l’umiltà, la concentrazione, l’opposizione ai pensieri e l’orazione.
La perseveranza, infatti, è madre dell’abitudine sia nella virtù che nel vizio; e l’abitudine, alla fine, diventa una seconda natura.
«Io riporrò in te la mia forza». 276 Anche noi, per mantenere il silenzio del cuore e della mente, principio di tutte le virtù, abbiamo bisogno dell’assistenza del Signore
se vuoi sfuggire alla tua perdizione, non cedere al sonno, ma percuoti i nemici con il Nome di Gesù. Questo dolcissimo Nome si fonda col tuo respiro: conoscerai allora l’utilità del silenzio
Occorre scrutare sempre nel profondo del cuore, e sempre tacere persino col pensiero, liberandoci da tutti i pensieri, anche da quelli che sembrano giusti, affinché sotto non vi si nascondano i ladri
La mente raccolta e custodita per grazia dell’unico Dio e operante per amor suo, quando ha preso stabile dimora nell’anima, acquista saggezza per compiere atti di perfezione; con la saggezza, inoltre, si possono amministrare facilmente gli atti e le parole con ineccepibile giudizio, secondo i disegni di Dio
Beato, in verità, colui che implorandolo senza posa nel cuore, aderisce con il pensiero alla Preghiera
tu glorifica il tuo Salvatore per un’ora o per un minuto soltanto, e immergiti nella meditazione
«Tu hai già conosciuto la via del silenzio e dell’attività spirituale e hai gustato la dolcezza che ne deriva. Custodiscila sempre nel tuo cuore, sia che tu mangi o beva o discorra con chicchessia; in viaggio o nella tua cella, con mente vigile e ferma, non cessare mai di recitare questa Preghiera, oltre alle altre orazioni
Vigila dunque su te stesso con attenzione e preserva il tuo cuore dai pensieri malvagi o solo irrequieti e vani; ma sempre, quando dormi, quando ti alzi, quando mangi, quando bevi e quando discorri, il tuo cuore si nutra mentalmente dei Salmi oppure ripeta in segreto:
Perciò, se Dio ti concederà di poter pregare giorno e notte senza distrarti, con mente pura, potrai abbandonare la regola che seguivi per le tue orazioni e con tutte le tue forze aderirai a Dio. Ed Egli istruirà la tua anima nelle operazioni spirituali che hai intrapreso».
Ma quando possederai qualche virtù, attento che il tuo pensiero non si innalzi al di sopra di tuo fratello perché tu sei riuscito in quella virtù,
«Signore, da’ forza alla mia forza!»,352 esclamava il santo profeta Davide. Esclama tu pure, anima mia: «Signore, concedi una salda fermezza alla mia concentrazione! Da Te, infatti, proviene ogni volontà e ogni atto; possa io dunque, con il tuo aiuto e la tua intercessione, purificare, mediante la concentrazione, la mente e il cuore, e renderli una dimora degna di Te, Uno e Trino!».
Sia chiaro che questi sono mezzi, e non il fatto in se stesso. È possibile che sia la Preghiera di Gesù, sia il senso di calore siano presenti senza vera orazione. Questo capita, infatti, per quanto strano possa sembrare. Quando preghiamo dobbiamo tenerci mentalmente al cospetto di Dio e pensare a Lui solo.
Tale costante ripetizione di una breve orazione manteneva la mente fissa al pensiero di Dio e disperdeva i pensieri vani.