egli deve cercare ovunque ciò che può strappargli ammirazione, rispetto. Se incontro un uomo e biasimo le sue debolezze, mi tolgo forza per acquistare conoscenze superiori; se cerco invece amorevolmente di penetrare fino alle sue qualità, accumulo tale forza. Il discepolo deve sempre ricordarsi di seguire questo consiglio.
Il discepolo dell’occultismo deve appunto cominciare da questo; deve, cioè, accogliere la devozione nella vita dei suoi pensieri. Egli deve sorvegliare i pensieri di irriverenza e di censura nella sua coscienza; e appunto a questo scopo deve coltivare in sè pensieri di devozione.
Il discepolo dell’occultismo non deve rendersi insensibile al mondo esteriore; ma la sua ricca vita interiore deve indicargli la direzione in cui abbandonarsi alle impressioni di esso.
mentre chi invece, dopo aver goduto, lascia che il godimento gli riveli qualche cosa, coltiva ed educa la propria capacità conoscitiva. Egli deve però abituarsi a non dare soltanto all’eco del godimento, ma, rinunziando a gioirne ulteriormente, deve elaborare il goduto per mezzo dell’attività interiore.
L’occultista considera il godimento soltanto come un mezzo di nobilitarsi per il mondo.
Egli non impara per accumulare tesori di sapienza, ma per mettere ciò che ha imparato a servizio del mondo.
«Ogni conoscenza che tu cerchi al solo fine di arricchire il tuo sapere, di accumulare tesori, ti fa deviare dalla tua strada; ogni conoscenza però, che tu cerchi per maturarti sulla via della nobilitazione dell’uomo e dell’evoluzione del mondo, ti porta avanti di un passo».
«Ogni idea, che non diventi in te un ideale, uccide una forza della tua anima; ogni idea invece che diventa un ideale, crea in te forze vitali».
sorveglia ogni tua azione, ogni tua parola, in modo che per mezzo tuo non si rechi offesa alla libera volontà di alcuno.
importa soltanto che egli cerchi seriamente.
Chi in cerca degli uomini dotati di conoscenza ed esperienza in tale direzione, non cercherà mai invano, ma deve rendersi ben conto che egli cerca il consiglio di un amico e non la prepotenza di un dominante. Si potrà sempre constatare che gli nomini, i quali veramente sanno, sono i più modesti, e che lungi da loro è il desiderio di ciò che gli uomini chiamano il potere.
Occorre però osservare che il discepolo non deve perdersi in riflessioni sul significato di questa o di quella cosa; un tale lavoro intellettuale non può che fargli perdere la strada giusta. Egli deve osservare il mondo sensibile con perspicacia, con freschezza d’impressioni e con buon senso, e poi abbandonarsi ai suoi sentimenti; non deve speculare con la sua mente per cercare d’intendere ciò che le cose significano, ma se lo deve far dire dalle cose stesse(
Chi non ha imparato, nel senso migliore e più elevato, ad aspettare, non è adatto alla disciplina occulta e non arriverà mai a risultati di qualche valore.
Il coraggio e la fiducia in sè stesso sono però due fiaccole, che non si devono lasciar spegnere sulla via della scienza occulta. Chi non si sa risolvere a ripetere con pazienza continuamente un esercizio, che sembra innumerevoli volte non esser riuscito, non potrà arrivar lontano.
«nulla più vi sarà di ciò che ora vedo dinanzi a me».
Ci si deve porre dinanzi a una pianta che si trovi in stato di completo sviluppo, e compenetrarsi del pensiero, che verrà un tempo in cui questa pianta morrà, dicendo a sè stessi: «nulla più vi sarà di ciò che ora vedo dinanzi a me». Ma questa pianta avrà allora sviluppato dei semi, che alla loro volta diverranno piante. E di nuovo mi accorgo che in ciò che vedo esiste alcunchè di nascosto, che io non vedo.
non il mio Io abituale deve essere il mago che evoca la verità, bensì è agli esseri, di cui voglio vedere la realtà spirituale, che spetta di evocarla.
«Per ogni passo innanzi che fai nella conoscenza delle verità occulte, devi al contempo fare tre passi verso il tuo perfezionamento morale».
egli deve imparare a non parlare delle sue visioni. È bene anzi tacere anche verso sè stesso. Non si cerchi di rivestire di parole ciò che si vede nello Spirito o d’interpretarlo con l’intelletto inadeguato. Ci si abbandoni liberamente alla visione spirituale, e non la si disturbi con troppe riflessioni. Perchè occorre ricordare che le proprie riflessioni non sono affatto sviluppate al livello della visione. La capacità di riflettere è stata finora acquistata dall’uomo soltanto nella vita che è limitata al mondo fisico sensibile: le facoltà che si tratta ora di acquistare trascendendo quel limite.
esse devono essere sistematicamente coltivate, ma la
coraggio e di un’intrepidità specialmente sviluppati. Il discepolo deve appunto cercare delle occasioni favorevoli per lo sviluppo di queste qualità. Nella disciplina occulta esse devono essere sistematicamente coltivate, ma la vita stessa, specialmente a questo riguardo, è una buona scuola occulta; forse la migliore.
«voglio dimenticare che ancora una volta questo tentativo non mi è riuscito e tornare alla prova come se niente fosse successo».
Deve essere capace di andare incontro all’avvenire senza lasciarsi disturbare nel suo cammino da alcuna esperienza del passato.
ivi ogni pregiudizio, ogni preferenza riguardo alle cose di cui si tratta deve sparire, e la verità unica e sola deve servire di guida.
La sicurezza nei mondi superiori si può conseguire soltanto, se si rinunzia a dar peso alla propria opinione. Gli uomini, di cui l’abito mentale tende al fantastico, alla superstizione, non possono fare alcun progresso sulla via occulta.
come Iniziato, occorre avere la capacità di giudicare ogni nuova esperienza completamente di per sè stessa, e di lasciare che essa agisca su di noi senza essere turbata dai ricordi del passato.
Se giudico il nuovo alla stregua dell’antico, sono soggetto all’errore.
l’esperienza appunto deve servire a vedere il nuovo, non a giudicarlo sulla base dell’antico.
Bisogna tendere a uno speciale sviluppo della pazienza. Ogni moto d’impazienza esercita un effetto paralizzante, anzi letale, sulle capacità superiori latenti nell’uomo.
«io devo far di tutto per educare la mia anima e il mio spirito, ma aspetterò con calma che le Potenze superiori mi giudichino maturo per una certa Illuminazione».
tacere ogni desiderio, ogni passione.
Esiste una sola via per spogliarsi dei propri difetti e debolezze: quella di riconoscerli esattamente.
Deve svanire qualsiasi curiosità nel discepolo dell’occultismo; egli deve perdere l’abitudine, per quanto è possibile, di fare domande su argomenti, che desidera conoscere soltanto per propria soddisfazione, e deve limitarsi a chiedere di ciò che può servire al perfezionamento della propria entità, ai fini dell’evoluzione.
«non ha importanza che la mia opinione sia diversa da quella del mio interlocutore; ciò che importa si è che con il contributo che gli posso recare, egli riesca a trovare da sè l’interpretazione giusta».
«Aspetta nella calma e nel raccoglimento, chiudi i sensi a ciò che essi ti hanno trasmesso prima della tua educazione occulta, imponi silenzio a tutti i pensieri, che per antica abitudine si agitavano in te, diventa interiormente completamente calmo e silenzioso e aspetta con pazienza; allora i mondi superiori cominciano a formare i tuoi occhi animici e le tue orecchie spirituali. Non devi credere di poter vedere e udire immediatamente nel mondo animico e in quello spirituale, perchè tutto ciò che fai contribuisce soltanto alla formazione dei tuoi sensi superiori. Ma potrai vedere animicamente e udire spiritualmente soltanto quando possederai questi sensi. Dopo avere aspettato per qualche tempo nella calma e nel raccoglimento, ritorna pure alle consuete occupazioni quotidiane, ma prima imprimi profondamente in te questo pensiero: «ciò che mi deve accadere mi accadrà, quando sarò maturo». «Evita assolutamente di attirare a te, con la tua volontà, le potenze superiori».
Egli deve sforzarsi, sempre che sia necessario, di essere giusto con la vita, ed evitare ogni esagerazione o unilateralità nel suo giudizio e nel suo sentimento. Se questa condizione non venisse osservata, il discepolo rischierebbe di trovarsi, anzichè nei mondi superiori, in quelli creati dalla sua propria immaginazione, e invece della verità si affermerebbero in lui le sue opinioni predilette.
Egli arriva in questo modo a non aspettare gli effetti esteriori delle sue azioni, ma a trovare soddisfazione nelle azioni stesse. Egli imparerà a sacrificare al mondo le sue azioni, il suo intero essere, senza curarsi di come il mondo accetterà questo suo sacrificio. Chi vuol diventare un discepolo dell’occultismo deve dichiararsi pronto a quest’opera di sacrificio.
vero che è lo spirito che importa, e non la forma, ma come la forma è vacua senza lo spirito, così pure lo spirito rimarrebbe inerte se non si creasse una forma.
È l’amore per il lavoro, non l’amore per il risultato, quello che fa progredire.
Il loro sviluppo si svolge nel modo seguente: l’uomo deve porre cura e attenzione a certi processi animici, che egli compie di solito senza fermarci il pensiero; tali processi sono appunto otto.
cercare di raccogliere una ricca messe di osservazioni, da cui attingere con cura nell’avvenire
Quanto meno si parla di queste cose, tanto meglio sarà; dovrebbe parlarne soltanto chi ha raggiunto in proposito un determinato grado di chiarezza.
La prudenza nel formare ed esprimere dei giudizi diventa gradatamente la caratteristica speciale del discepolo dell’occultismo.
gli ostacoli lo inciteranno a perseverare, non saranno mai per lui un impedimento.
per mezzo di questo fiore il discepolo può percepire delle qualità profondamente nascoste nelle anime altrui, ma non può fare assegnamento sulla verità di queste sue percezioni, se non dopo essersi completamente liberato dalle illusioni su descritte. A tal fine occorre acquistare completa padronanza su ciò che dal mondo esteriore agisce su di noi, e acquistarla a tal punto, che le impressioni che non si vogliono ricevere non siano da noi effettivamente accolte.
Il dovere non deve apparire al discepolo come qualcosa a cui egli si adatta a malincuore, ma come qualcosa che egli compie, perchè l’ama.
Il discepolo deve sviluppare un’anima libera, che stia in equilibrio fra la materialità e la spiritualità; egli deve arrivare a tanto, da potersi abbandonare alla sua materialità, perchè questa è talmente purificata, che ha perduto la forza di attirarlo in basso, a sè. Non deve essere più per lui necessario di frenare le sue passioni, perchè queste seguono spontaneamente la direzione giusta. Finchè l’uomo ha bisogno di mortificarsi, non può, come discepolo, superare un determinato gradino, perchè una virtù, la cui pratica costa ancora sforzo, non ha per l’occultismo alcun valore.
non deve credere, però, di essere chiamato a compiere soltanto delle azioni che a giudizio della ragione possano sembrare importanti. L’azione più insignificante, il più piccolo gesto, ha la sua importanza nella grande economia dell’universo; importa soltanto avere coscienza di questa importanza. Non si tratta di svalutare le pratiche quotidiane della vita, ma di valutarle giustamente.
egli non considera più le cose dal proprio particolare punto di vista. Spariscono i confini dell’angusto suo Sè, che lo vincolano a quel punto di vista; i segreti del mondo spirituale trovano accesso alla sua interiorità. Questa è la liberazione. Perchè quei vincoli costringono l’uomo a considerare le cose e gli esseri in modo conforme alla sua personalità, e il discepolo deve diventare indipendente, deve liberarsi da questo suo modo personale di considerare le cose.
lavorare al proprio perfezionamento spirituale, ed è con questo lavoro soltanto che l’uomo può servire all’intero universo. Perfezionarsi non è affatto egoismo, perchè l’uomo imperfetto è anche un servo imperfetto
lavorare al proprio perfezionamento spirituale, ed è con questo lavoro soltanto che l’uomo può servire all’intero universo. Perfezionarsi non è affatto egoismo, perchè l’uomo imperfetto è anche un servo imperfetto dell’umanità e del mondo.
«quando la rosa adorna sè stessa, adorna anche il giardino».
In ambo i casi, il prematuro arrivo dell’uomo a un determinato stadio del suo sviluppo sarebbe di ostacolo all’ulteriore sua evoluzione.
la salute dell’uomo spirituale dipende dalle leggi dell’intelligenza ordinaria e della ragione operante nella vita fisica. Non può generare un Sè superiore sano chi non viva e non pensi in modo sano nel mondo fisico.
Se il discepolo non vuole diventare un sognatore o un visionario, egli, per mezzo della sua coscienza superiore, non deve impoverire la sua vita nel mondo fisico, ma deve arricchirla, così come l’arricchisce colui, il quale invece di servirsi delle sue gambe, si serve della ferrovia per fare un viaggio.
Ma l’uomo deve riferire appunto ogni spiritualità superiore al mondo fisico e farla agire attraverso sè medesimo su quest’ultimo. L’organo del cuore è proprio quello attraverso il quale l’Io superiore si serve del Sè sensibile come di uno strumento, e per mezzo di cui dirige quest’ultimo.
il «viandante». In nessun luogo è a casa propria. Se egli si fermasse a questo semplice stadio vagante, non potrebbe veramente individuare nessun oggetto nello spazio spirituale; perchè come
La patria spirituale, invece, l’uomo se la forma coscientemente; ed è perciò che, prendendola come punto di partenza, egli giudica con piena e luminosa libertà. Formarsi una patria spirituale si dice, nel linguaggio della scienza occulta, «edificarsi una capanna».
all’irrequietezza e all’impazienza, perchè, in ogni caso, queste non potrebbero che nuocere;
Bisogna, per così dire, abbandonarsi tranquillamente a ciò che ci viene dato o regalato; ogni violenza deve essere repressa. Se, in un dato periodo, non ci si può ricordare delle esperienze del sonno, si aspetti con pazienza che ciò diventi possibile, perchè questo momento verrà certamente.
all’irrequietezza e all’impazienza, perchè, in ogni caso, queste non potrebbero che nuocere; non possono difatti mai accelerare l’evoluzione ulteriore ma la ritardano. Bisogna, per così dire, abbandonarsi tranquillamente a ciò che ci viene dato o regalato; ogni violenza deve essere repressa. Se, in un dato periodo, non ci si può ricordare delle esperienze del sonno, si aspetti con pazienza che ciò diventi possibile, perchè questo momento verrà certamente.
Gli sforzi per la concentrazione e la meditazione devono perciò essere diretti e regolati con cura, poichè essi sono le leggi per la germinazione e la maturazione dell’essere superiore animico umano sopra descritto.
In questo campo appunto la modestia e l’umiltà hanno valore più reale che non nella vita ordinaria.
L’uomo trasforma la Terra, col piantare in essa ciò che ha conosciuto dal mondo degli spiriti; questo è il suo compito.
tre forze fondamentali dell’anima, volere, sentire e pensare.
Questa è appunto la trasformazione che il discepolo dell’occultismo osserva in sè: che, cioè, fra una rappresentazione e un sentimento, o fra un sentimento e una decisione volitiva, ecc., non si stabilisce più alcun rapporto se non sia egli stesso a volerlo. Nessun impulso lo spinge da un pensiero all’azione, se egli stesso volontariamente non lo determina. Egli può ormai rimanere completamente indifferente di fronte a un fatto, che prima della disciplina occulta gli avrebbe ispirato amore ardente o odio violento; può rimanere inerte di fronte a un pensiero, che prima lo avrebbe spinto, come spontaneamente, a un’azione. E per forza di volontà egli può compiere delle azioni, alle quali un uomo, che non sia passato per la disciplina occulta, non si sentirebbe affatto disposto. Il grande progresso, che il discepolo dell’occultismo consegue, è quello di acquistare completa padronanza sulla collaborazione delle tre forze animiche;
Egli conosce ormai in sè stesso l’entità che in questo mondo visibile è costruita in modo imperfetto, ma che può essere portata a perfezione soltanto in questo mondo visibile, perchè in nessun altro mondo si presenta l’occasione di lavorare al perfezionamento di essa.
È una delle esperienze più importanti dell’Iniziato quella d’imparare a conoscere e ad apprezzare la natura materiale visibile al suo vero valore meglio di quanto egli non facesse prima della sua educazione occulta.
Così la tua via è quella nera; coloro però che hai abbandonati seguono la via bianca».
Essi non respingono nessuno, perchè anche il più grande egoista può purificarsi; ma chi cerca qualcosa soltanto con fine personale non riceverà niente dagli occultisti, finchè perdurerà in quello stato d’animo. Anche se questi non lo privano del loro aiuto, egli stesso si toglie la possibilità di profittarne.
Il loro compito, a priori, è disposto in modo, da tenere il discepolo lontano dal mondo superterrestre, finchè non vi penetri con la volontà di dedicarsi completamente a una collaborazione disinteressata.