creato: 19 11 2015; modificato: 22 10 2023

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In pausa. Come l’ossessione per il fare sta distruggendo le nostre menti (Smart, Andrew)

path lenghts. Quella di cui stiamo parlando è una «rete piccolo mondo» e funziona esattamente come il gioco del numero di Kevin Bacon o la teoria dei sei gradi di separazione.

Attraverso un fenomeno chiamato «risonanza stocastica», il rumore crea ordine.

Essere in grado di immaginare il passato e il futuro richiede necessariamente una maggiore memoria. La capacità di prepararsi a stati futuri di fame, freddo o sete – di contro al mero reagire agli stimoli del momento – è forse ciò che ha dato inizio alla rapida evoluzione culturale dell’essere umano.

chi è abituato a fare più cose contemporaneamente non sa ignorare le informazioni irrilevanti perché la sua attenzione è assorbita da tutte le altre cose che non sta facendo.

«Quando stabiliamo i nostri limiti e troviamo un equilibrio ottimale tra domanda cognitiva e possibilità […] non solo ricaviamo una soddisfazione profonda ma sviluppiamo al massimo le capacità del nostro cervello». Ciò innesca un meccanismo di feedback positivo, che è anche una caratteristica dei sistemi non lineari. Perché questo meccanismo si inneschi, gran parte del lavoro consiste nel non far nulla.

Quando si abbassano i livelli di glucosio, di elettroliti o di acqua, operazioni cerebrali non necessarie all’immediata sopravvivenza, come per esempio la lucidità di pensiero, vengono sacrificate perché il cervello possa mantenere funzioni vitali come la respirazione.

Poche persone temono il sovrappeso quanto temono il terrorismo, eppure, statisticamente, l’obesità minaccia la nostra vita molto più del terrorismo.

Per cui è vero che non è mai troppo tardi per imparare a suonare un nuovo strumento, una lingua o cambiare radicalmente la propria vita: il nostro cervello cambierà di conseguenza. Da adulti, questi cambiamenti possono essere fonte di stress maggiore, ma sono spesso positivi per la salute a lungo termine del nostro cervello.

si è scoperto che la maggior parte dell’attività del cervello è rappresentata da quella intrinseca.

Le due reti che ho descritto finora vengono denominate anche Task Positive Network (TPN) e Task Negative Network (TNN). La TNN è la rete di default. La TPN è quella che si attiva quando si cerca freneticamente di gestire il proprio tempo.

La rete neurale di default sostiene la conoscenza di sé, i ricordi autobiografici, i processi sociali ed emozionali e la creatività. Resta attiva fin quando siamo rilassati.

Come fa il cervello a raggiungere questo equilibrio tra una stabilità immutabile e una plasticità altamente sensibile e reattiva capace di reagire immediatamente a cambiamenti improvvisi dell’ambiente? Una delle possibilità, secondo i neuroscienziati, è che sia proprio la struttura del cervello, il modo in cui è organizzato e progettato, a garantire la metastabilità. Le aree del cervello che partecipano alla rete neurale di default paiono essenziali per il mantenimento della rappresentazione di sé.

La relazione tra genio e pazzia è stata a lungo studiata. Secondo molti ricercatori il confine tra i due è molto sottile.

Per misurare il grado di controllo che le persone sentono di avere sulle proprie vite, gli psicologi usano da tempo un questionario che si chiama Scala di controllo interno-esterno di Rotter.

Jarosław Kwapień e Stanisław Dróżdż, un sistema auto-organizzante complesso «è formato da un grande numero di componenti che interagiscono in maniera non lineare e manifestano un comportamento collettivo, e, per uno scambio di energia o informazioni con l’ambiente, può facilmente modificare la sua struttura interna e i suoi pattern di attività».

il comportamento complesso di un sistema ha delle caratteristiche macroscopiche che nessuna delle parti costituenti del sistema presenta.

Secondo Bertrand Russell esistono due tipi di lavoro: «Il primo, modificare la posizione di materia sulla o vicino alla superficie della Terra rispettivamente ad altra materia simile; il secondo, dire ad altre persone di fare questo. Il primo tipo è brutto e mal pagato; il secondo è piacevole e pagato molto bene».

Come indicava Einstein, ognuno di noi dovrebbe essere libero di far emergere naturalmente il proprio ordine e la propria struttura e trascorrere le giornate come vuole. Tutti odiano lavorare per qualcun altro. Ed essere impegnati come pazzi tutto il tempo non solo ci fa male, ma ci impedisce anche di scoprire la persona che eravamo destinati a diventare.

L’anarchico Michail Bakunin scriveva: «La mia libertà è la libertà di tutti». Quello che intendeva è che se anche una sola persona vive in stato di schiavitù, allora nessuno di noi è veramente libero.

Benzi chiamò la combinazione di eccentricità e rumore «risonanza stocastica», proprio a voler significare che il rumore amplifica l’effetto dell’eccentricità.

capacità che ha il rumore di amplificare i segnali

il cervello cerca sempre di mantenersi in uno stato omeostatico, quando si verifica uno squilibrio si attiverà un meccanismo compensatorio

Nel 2010 Lawrence Ward, un neuroscienziato della University of British Columbia, pioniere dello studio della risonanza magnetica applicata al cervello umano, ha pubblicato insieme ai colleghi uno studio rivoluzionario intitolato Stochastic Resonance Modulates Neural Synchronization within and between Cortical Sources. Questo studio dimostra che il rumore influenza sia il modo in cui i neuroni sincronizzano la loro attività all’interno di una regione cerebrale sia il modo in cui si sincronizzano tra loro regioni cerebrali separate.

Quindi, se fino a ora il rumore è stato visto come qualcosa che ci distrae dalla verità e per questo da eliminare, presto potremmo scoprire che il nostro cervello ha bisogno proprio del rumore per trovare la verità. Abbracciando l’ozio, abbracciamo il rumore del nostro stesso inconscio. Il vento soffia dentro di noi, permettendoci di sentire la verità che in esso è contenuta e che ci coglie di sorpresa; il vento cui aneliamo per riuscire a sentire noi stessi.

La scienza è un atto creativo che ha lo stesso scopo dell’arte: liberare lo spirito umano.

Per gli antichi Greci, chiunque avesse bisogno di lavorare per vivere era considerato uno schiavo.

Arthur C. Clarke: «Quando uno scienziato famoso ma anziano dice che qualcosa è possibile, quasi certamente ha ragione. Quando dice che qualcosa è impossibile molto probabilmente ha torto».

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